Un nuovo studio mette la parola fine alle teorie che indicano una singola causa per le estinzioni dei grandi mammiferi europei e nord-americani, come il mammut o il rinoceronte lanoso, indicando che i differenti fattori hanno avuto un’influenza molto diversa da specie a specie e suggerendo che sarà difficile prevedere come reagiranno i mammiferi di oggi ai futuri cambiamenti climatici
Per decenni gli scienziati hanno discusso le ragioni sottostanti all'estinzione dei mammiferi più rappresentativi dell’era glaciale (come il rinoceronte lanoso e mammut lanoso) che ha causato la perdita di un terzo delle specie di mammiferi di grandi dimensioni (la cosiddetta megafauna) in Eurasia e due terzi delle specie in Nord America.
Ora un ampio gruppo interdisciplinare di ricerca, ha cercato di affrontare la questione nel più ampio studio di questo tipo mai condotto, arrivando alla conclusione che la risposta è estremamente complessa, e che né il clima né l'uomo da soli possono spiegare questa estinzione di massa dell’epoca glaciale.
Nello studio, che ha coinvolto oltre 40 istituzioni accademiche di tutto il mondo, i ricercatori hanno raccolto una imponente messe di dati relativi all’antico DNA della megafauna, al clima e la documentazione fossile.
I risultati – pubblicati on line sul sito della rivista "Nature" - indicano, per esempio, che gli esseri umani non avrebbero avuto alcun ruolo nella estinzione del rinoceronte lanoso o del bue muschiato in Eurasia e che la loro scomparsa può essere interamente spiegata dal cambiamento climatico. D'altra parte, l’uomo non è esente da colpe nel caso dell'estinzione del cavallo selvaggio e del bisonte delle steppe in Siberia. Mentre le cause dell'estinzione dei mammut appaiono ancora irrisolte.
Cortesia Università di Copenaghen"Le nostre scoperte mettono la parola fine alle teorie che indicano una singola causa per le estinzioni dell'era glaciale, e suggeriscono che occorra essere molto cauti nel fare generalizzazioni, non solo per quanto riguarda le estinzioni di specie del passato e del presente, ma anche quelle del futuro; gli impatti dei cambiamenti climatici e invasione umana su estinzioni di specie
in realtà dipende da che specie stiamo considerando”, ha osservato Eske Willerslev dell’Università di Copenaghen, che ha coordinato lo studio.
Nonostante la quantità senza precedenti di dati analizzati in questo studio, gli autori non sono stati infatti in grado di definire un chiaro modello in base al quale distinguere le specie che si sono estinte da quelle che sono sopravvissute, suggerendo che sarà estremamente difficile prevedere come i mammiferi oggi esistenti risponderanno ai futuri cambiamenti climatici globali.
"Abbiamo comunque trovato – ha aggiunto Eline Lorenzen presso l'Università di Copenaghen e autore principale dello studio – che il cambiamento climatico è stato intrinsecamente legata con importanti cambiamenti nelle dimensioni delle popolazioni della megafauna corso degli ultimi 50.000 anni, a sostegno della tesi che le popolazioni di molte specie si ridurranno in futuro, in seguito ai cambiamenti climatici e la perdita di habitat.