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UFO - mezzi ad energia VIVENTE

Ultimo Aggiornamento: 19/12/2009 08:51
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19/12/2009 08:51

Notiziario UFO n° 16 – Gennaio Febbraio 1998



UFO: mezzi ad energia vivente

Un sensazionale documento sui primi UFO crashes nel mondo e sui rapporti governativi americani con intelligenze aliene



Nel 1928, furono molti gli avvistamenti di massa in diverse parti del mondo. Il primo crash conosciuto in tempi moderni, di una navicella proveniente da un altro mondo, avvenne in Germania nel 1933, quando i tedeschi stavano effettuando esperimenti con la tecnologia Tesla, riferita ai fulmini artificiali. Gli scienziati stavano tentando di assorbire o catturare l’elettricità. Questo esperimento aveva causato interferenze al sistema di tensione elettromagnetico ed aveva modificato l’energia elettromagnetica in cui si trovava un UFO in quel preciso attimo e luogo, e che fu quindi, catturato all’interno del campo energetico.
Il fatto accadde il 28 marzo 1933, in una cittadina della Germania. Questa nave era una sonda e non aveva equipaggio, né alcuna forma vivente a bordo. Non c’era alcun strumento di controllo visibile. Gli scienziati appurarono in seguito che l’oggetto stava raccogliendo informazioni sull’influenza della pressione dell’atmosfera e dell’energia nel nostro pianeta. Si tratta di un tipo di UFO raramente menzionato, la documentazione in proposito è scarsa.
C’è stato assai maggiore interesse per gli eventi di Roswell, Corona e per altri possibili incidenti e recuperi.


Da un posto che non esiste

Dopo alcuni anni, fu scoperto che questa navicella proveniva da un luogo in precedenza del tutto sconosciuto. Infatti, gli scienziati scoprirono che si trattava più di una intrusione spazio – temporale, che di un luogo vero e proprio. Quando i soldati di Hitler recuperarono il velivolo, lo portarono ad una base militare in una cittadina chiamata Nichlenberg e tentarono di ricostruirne un esemplare attraverso la retro ingegneria. La nave fu poi trasportata in un’altra località, per essere ulteriormente esaminata: si scoprì così che non apparteneva agli USA, né era stata costruita da menti umane. Comunque, tra le possibili provenienze, inizialmente nulla era stato escluso: russa, inglese o persino americana. Tuttavia era piuttosto chiaro che il velivolo era il frutto di una tecnologia molto progredita, tanto che sembrò impossibile che chiunque avesse posseduto una forma tecnologica così avanzata non si fosse già manifestato durante il conflitto con interferenze o interventi. I tedeschi non trovarono mai alcun corpo, né ebbero mai contatti con alieni. Tale recupero rappresentò, nell’era moderna, una lampante prova dell’esistenza della vita al di là di quella terrestre.
Nel 1942, si verificò il primo recupero di un UFO con esseri viventi a bordo. Fu effettuato dall’esercito statunitense ad Alamogordo, nel New Mexico, a metà dicembre. Anche lo schianto di questo velivolo avvenne per lo spostamento di tensione del sistema elettromagnetico dell’atmosfera. Lo spostamento della rete elettromagnetica aereo fu provocato da esperimenti di bombardamenti in quella regione. Furono alcuni civili a scoprire per primi la navicella, mentre stavano allestendo un grande albero di Natale sopra un ponte che sovrastava la città di Alamogordo. Gli esseri erano ancora vivi dopo lo schianto. I testimoni dissero che erano simili a dei bambini piccoli e che fuggirono prima dell’arrivo dei militari. La navicella fu trasportata da personale militare in un’area vicino White Sands, nel New Mexico. Si pensò che potesse trattarsi di un’arma segreta della Germania. Successivamente al crash di Roswell, questo scafo, di forma ellittica, fu trasferito in altra installazione. Sebbene il velivolo non fosse lo stesso, si ritenne che vi potesse essere comunque un collegamento con Roswell. Solo dopo lo sviluppo della tecnologia proveniente da Roswell ci fu l’opportunità di svolgere della ricerca di base su ciò che era stato scoperto nel 1942. L’indagine confermò che lo scafo proveniva da un altro mondo. Lo schianto di Roswell si era verificato perché le sperimentazioni nucleari nel New Mexico avevano influito anche sulla tensione del sistema elettromagnetico, ed i radar, proprio quella notte, avevano inquadrato sull’area di Roswell dei flussi sui loro schermi, simili ad elettricità statica, il che fu accresciuto da una tempesta elettrica. La consistenza elettromagnetica dell’aria era così fitta che impedì alla navicella di attraversare l’atmosfera in modo stabile. Non c’erano due scafi, come molti credono. Una parte dello scafo, con l’equipaggio, si schiantò su un costone roccioso, mentre l’altra parte precipitò su una fattoria. Nell’impatto sopravvissero cinque individui, che furono portati via: tre morirono subito dopo il trasferimento, mentre le condizioni degli altri due si stabilizzarono e furono separati l’uno dall’altro. In seguito uno morì, mentre l’altro riuscì a mantenersi in vita. Il superstite fu portato ad una struttura vicino Alamogordo in New Mexico. Secondo lo staff medico, la morte dell’ultimo componente l’equipaggio, avvenuta in altra installazione, fu causata da iperossigenazione: al decesso, il colore della sua pelle cambiò da un blu grigio ad uno simile alla lavanda o al viola.


L’adattamento dell’Alieno all’atmosfera terrestre

L’ultima creature visse tre anni e mezzo, altri parlano di sei anni, ma si tratta di voci non attendibili. La creatura viveva in un’atmosfera normale e in un normale ambiente terrestre, imparando a non ossigenarsi troppo. Raccontò ai nostri scienziati che c’era vita in molti pianeti e che la propria sopravvivenza era garantita da una microatmosfera che lo avvolgeva. Gli extraterrestri possono sopravvivere in un’atmosfera senza limitazioni e senza alcuna assistenza. Ci si chiede cos’altro impararono gli scienziati da questi esseri viventi. Sono venuto a sapere dalle mie fonti altri informazioni. Gli scienziati appresero che queste creatura erano in possesso di integrità e compassione, la capacità di rapportarsi a tutta la vita, e un fattore di intelligenza apparentemente di gran lunga superiore a quello degli esseri umani, soprattutto per quanto riguarda la conoscenza dell’alchimia, dell’astronomia, e della comprensione delle diversità ovvie nell’evoluzione del corpo umano. I nostri scienziati impararono ad accorgersi della reale influenza dell’atmosfera terrestre sullo sviluppo intrinseco della forma e della necessità del corpo umano. E’ questa l’area in cui i medici, i biologi e gli antropologi trovarono maggiori risorse d’informazione. Grazie alle proprietà fisiche della struttura dei corpi alieni e alla differenza con gli esseri umani, gli scienziati compresero le ragioni della mancanza di certi attributi fisici dei corpi alieni. Per quanto ne sappiamo, la comunicazione non fu mai verbale: gli esseri non avevano corde vocali, ma la comunicazione era diretta e significativa, e avveniva tramite telepatia. Queste creature possono trasmettere e ricevere il pensiero dovunque e in qualsiasi momento, ci fu anche un’elaborazione teorica di tale capacità comunicativa, tanto che uno degli scienziati coinvolti nella ricerca scrisse un trattato su modelli di trasmissione elettrica del pensiero rilevati su questi esseri. Ciò condusse ad uno studio sponsorizzato dal Governo sugli ESP (poteri extrasensoriali, N.d.R.).
Fu anche analizzato il perché non esistesse una definizione dei padiglioni auricolari o della bocca come mezzo di comunicazione verbale: il motivo era che nessuno dei due erano necessari, e che inoltre, sugli esseri – tranne che in un caso – non era stata riscontrata la presenza di organi genitali. Il luogo di provenienza di questi esseri non fu confermato con certezza ed agli scienziati furono mostrate mappe stellari simili alle carte di Betty e Barney Hill.


L’astronave è viva e viaggia col pensiero

Le carte stellari furono mostrate agli scienziati mediante una proiezione olografica, probabilmente simile alle carte date agli indiani Ica. La collaborazione di questo essere permise di comprendere la struttura della navicella, della sua progettazione e del materiale con cui era costruita; si scoprì che era formata da alcuni metalli trovati sulla Terra, ma che era anche costituita da un tipo di energia vivente. Sui documenti relativi alla navicella era scritto che era composta di materie vive.
Mediante la comprensione di procedimenti alchemici, ne vennero isolate alcune proprietà.
Le principali fonti di propulsione furono individuate in energia elettromagnetica ed energia ad inversione. Così la navicella può viaggiare alla velocità della luce e non distruggersi. L’energia inversa è un’energia del pensiero che permette ad una persona di trovarsi da un posto a un altro in giorni, settimane, ore o minuti. E’ trasferimento d’energia, trasferimento da un posto ad un altro tramite il potere del pensiero, perché solo pensiero è più veloce della luce.
L’inversione d’energia è determinata dalla cosiddetta energia del pensiero: si tratta di un trasferimento d’energia ed è proprio ciò che attualmente è al vaglio della ricerca scientifica. Non siamo stati capaci di duplicare tale processo in modo che tali informazioni possano costituire un procedimento scientifico costante e attendibile al 100%.
Gli scienziati appresero che esistono livelli multipli della mente e della coscienza umana. Gli fu insegnato che la mente umana è molto ristretta, molto limitata e che essa non si interessa affatto all’esistenza della totalità della vita, ma che la vita nel suo complesso è fatta della stessa energia e che esiste una legge dell’esistenza molto al di là della comprensione della mente umana. Tramite l’intenso dialogo con questo essere di un altro mondo, si comprese che tale integrità spirituale era talmente elevata da apparire illimitata a coloro che avevano rapporti con questi esseri. Nell’acconsentire ad essere studiato, l’insegnamento che se ne ottenne dimostrò l’inadeguatezza degli umani, la propria immaturità di pensiero. Questo essere veniva inoltre usato per comunicare messaggi alla sua razza, accompagnati da dialoghi con altri esseri.


Contatto stabilito: l’Mj-12 e le basi sotterranee

Nel 1949 finalmente fu stabilita una comunicazione con gli esseri della sua razza. Gli alieni di Roswell non erano quelli coinvolti con gli esperimenti umani di cui si parla. In termini più semplici, si può affermare che i cosiddetti grigi, o zeta-reticuliani erano cugini di questi esseri, i quali erano in qualche modo collegati – ma provenivano da un altro pianeta – rispetto agli alieni da noi definiti Zetas (o zeta-reticuliani).
Nel 1952, si tennero riunioni e si giunse a trattative con il primo gruppo di esseri associati al crash di Roswell.
Questi trattati furono elaborati dal 1952 al 1954 e portarono a uno scambio di tecnologia e alla realizzazione della ricerca scientifica sugli esseri umani per aiutare gli Zetas a sopravvivere e a conservare la loro specie.
I trattati permisero la costituzione di molti impianti sotterranei nel sud-ovest degli Stati Uniti: Nevada, New Mexico e Utah. Nel 1954 fu creato un sottocomitato, chiamato MJ-12, per controllare i dettagli di questi trattati. A livello di tale sottocomitato, il generale Le May e uno scienziato di nome Laforge furono fra i membri maggiormente coinvolti nella stipula dei trattati. Quanti lavoravano a stretto contatto con questi esseri ne ottennero di andare ben oltre la conoscenza e la comprensione del problema. Rapimenti ed esperimenti venivano effettuati da cloni biologici chiamati “grigi” e non dagli stessi Zetas. L’intesa era che gli umani non avrebbero ricordato coscientemente l’esperienza, effetto prodotto per impedire loro di manifestarlo agli altri, evitando così grande panico o costernazione sulla Terra.
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