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Contatti in volo

Ultimo Aggiornamento: 13/01/2010 09:53
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16/12/2009 08:44

Notiziario UFO n° 18 – Giugno 1998



Contatti in volo

Il Cover-up sugli Incontri Ravvicinati imposto ai piloti



Alla cloche di un 747



Come pilota d’aviazione, mi è stato spesso chiesto come mai, dato il grande numero di miei colleghi ogni giorno in volo ovunque nel mondo, da essi non provenga un altrettanto grande numero di segnalazioni UFO. Il motivo principale è che è molto raro che i piloti vedano qualcosa di non identificabile, in quanto sono addestrati a controllare il traffico per evitare un’eventuale collisione in aria. Quando un pilota professionista riferisce di un UFO, si può quindi scommettere che ha visto veramente qualcosa di insolito. Prendiamo il mio caso: dopo mille ore di volo, è stato solo negli ultimi tre anni che ho avuto modo di persona di vedere qualcosa impossibile da identificare. I miei avvistamenti sono avvenuti tutti di notte, mentre pilotavo un 737 ad alta quota. I tre oggetti sono stati avvistati da diversi aerei di linea presenti nella zona, nonostante non siano stati intercettati da rada civili o militari. I miei copiloti, testimoni oculari degli avvistamenti, erano ex piloti da caccia militari molto esperti e comandanti di aerei commerciali. Due degli episodi hanno interessato luci estremamente brillanti in formazione, che eseguivano manovre anomale; il terzo riguardava un’astronave di forma ovale e di colore verde-blu, in volo a 37.000 miglia di altezza e ad una velocità di 1000 miglia orarie. In questo caso, l’UFO era molto grande e talmente luminoso da illuminare la mia cabina, nonostante si trovasse a due miglia dal mio aereo. L’oggetto è stato visibile per circa un minuto e poi, emettendo un fortissimo bagliore, è risalito con un angolo di 45° ed è scomparso.
In occasione di ciascuno di questi avvistamenti ho domandato ai miei copiloti se intendessero fare rapporto e la loro risposta è sempre stata un secco NO! Egualmente, richiesti dai controllori radar, gli equipaggi di tutti gli aerei di linea in volo nella stessa zona hanno detto di non voler riferire di alcun avvistamento UFO. Entrambe le categorie, quella dei piloti e quella dei controllori del traffico aereo, sono perfettamente al corrente dei problemi professionali cui incorrerebbero facendone parola.
Personalmente, due volte ho rischiato di perdere il lavoro per essermi lasciato sfuggire troppo mentre mi trovavo ai comandi. Sono certo che questa è la stessa situazione in cui si trova la maggioranza dei piloti professionisti e dei controllori radar. C’è da chiedersi comunque se questi piloti avvistano realmente astronavi aliene, oppure non fraintendano aeromobili conosciuti o fenomeni atmosferici, o si tratti in ultima analisi di progetti governativi segreti. Alla luce di 30 anni di indagini, posso affermare che tutte queste possibilità sono plausibili: il fatto è che la maggioranza della gente è troppo impegnata con i propri problemi di sopravvivenza e di lavoro per concentrarsi effettivamente sui dati più concreti della fenomenologia UFO.
Ho spesso tirato in ballo l’argomento degli UFO con colleghi piloti che non lo hanno mai condiviso con nessuno per paura del ridicolo. Vorrei esporre tre casi che esemplificano come i piloti riferiscano dei loro avvistamenti ad altri piloti senza parlarne pubblicamente.


Una "Portaerei volante"



Il primo, verificatosi nel maggio 1980 sopra l’Oceano Pacifico, coinvolse un Flying Tiger 747 in volo da Anchorage a Tokyo. L’avvistamento avvenne nella stessa zona e nello stesso momento in cui un Boeing 747 della Japan Airlines si imbatté in un UFO, facendo notizia nel mondo. Ne ho parlato con il copilota del jet Flying Tiger. Il resto dell’equipaggio non ha voluto esprimersi.
L’UFO è stato descritto di enormi dimensioni, paragonabili a quella di una “portaerei”, ed al cui confronto il 747 sembrava minuscolo: l’oggetto era intensamente luminoso e le sue luci risultavano policrome. Sulle prime l’equipaggio pensò si trattasse di un altro aereo che procedeva in rotta di collisione frontale, ad un’altezza ovviamente erronea.
L’aereo riuscì a compiere una manovra evasiva, mentre l’UFO effettuava una brusca virata per poi affiancarsi, in formazione, al 747, restandovi accostato per sette minuti circa, il che consentì al copilota di distinguervi file di finestrini illuminati. La manovra di “sgancio” dell’UFO fu repentina: scomparve nello spazio in una manciata di secondi.
Avendo riferito dell’avvistamento ai controllori radar, dopo l’atterraggio a Tokyo, all’equipaggio fu imposto di recarsi in una zona riservata per una riunione esplicativa.
Il copilota disse che era stato ordinato loro di non discutere dell’evento e di comportarsi come se nulla fosse successo.



Il secondo caso è avvenuto sopra il deserto australiano nell’agosto 1992. Mi fu raccontato da un primo comandante della Qantas Airways. Quando l’UFO apparve in cielo il pilota era in missione con i famosi “Flying Doctors”, i medici volanti australiani, a bordo di un Piper Navajos, con un dottore, un’infermiera, ed un paziente collegato ad un respiratore. L’UFO si era posizionato accanto all’aereo e gli strumenti elettrici e la radio iniziarono a registrare avarie: pochi secondi più tardi mancò la corrente elettrica, anche il generatore di emergenza non funzionava. Il dottore capì che correva il rischio di perdere il paziente e gridò al pilota di fare qualcosa, ma in quel momento l’infermiera si accorse che il respiratore era ancora in funzione, il che era impossibile, dal momento che mancava l’elettricità sull’aereo. Se l’UFO stesse creando una tale perturbazione, i motori dell’aereo avrebbero dovuto registrare avarie, ma non fu così. Pochi minuti più tardi l’UFO volò via e sull’aereo ritornò la corrente. Dopo l’atterraggio, riferirono dell’accaduto ad alcuni ufficiali e, da quel momento, della faccenda non sentirono più parlare. Il pilota disse di non essere sicuro di cosa si fosse trattato, ma era contento che il paziente fosse sopravvissuto a quella drammatica avventura.
L’ultimo caso mi è stato riferito dal mio copilota solo alcuni mesi fa. Non ne aveva mai fatto menzione ad alcuno prima, ma si era deciso a parlarne perché, data l’abbondanza di programmi di informazione sugli UFO in tv (ad una trasmissione avevo preso parte anche io) e notizie di stampa, si sentiva di condividerlo con me. L’episodio avvenne nel novembre 1962 presso una base aerea in Groenlandia, cui era stato appena assegnato, come pilota da trasporto con un incarico di un anno. Di lì a poco venne a sapere di certe luci avvistate e di esperimenti insoliti condotti nella zona.
Aggiunse che c’era un hangar sotto stretta sorveglianza, presumibilmente dove si conducevano ricerche su sistemi d’arma laser. Forse, a questo erano interessati gli UFO quando apparvero sugli schermi radar quella notte di novembre in Groenlandia. Il mio collega ricevette una telefonata da un amico alla torre di controllo che gli diceva di precipitarsi lì, stavano succedendo strane cose. Avevano ricevuto segnalazioni radar e visuali di UFO e avevano richiesto un aereo da caccia per una verifica. Il caccia era ben presto entrato in contatto visivo con l’UFO ed entrambi i blip risultarono per un po’ insieme sullo schermo radar, poi d’un tratto il segnale del caccia era svanito. Toccò quindi ad un DC3 decollato per la ricerca: anch’esso, dopo aver avvistato l’UFO, era scomparso dallo schermo. Nevicava abbondantemente, pertanto poterono dislocare solo un elicottero da salvataggio che, giunto sul luogo, aveva segnalato di non riscontrare la presenza di rottami o di incendi di sorta. Poco dopo, anche questo elicottero comunicava l’avvistamento di strane luci e poi perdeva il contatto radio. Il giorno successivo, nonostante un’imponente operazione di soccorso, non si rinvenne alcun detrito o corpo. Il pilota dichiarò che l’elicottero fu recuperato sei mesi dopo nella stessa zona dove aveva perso il contatto radio, ma dell’equipaggio nessuna traccia. Le ricerche sono risultate infruttuose anche per l’altro velivolo ed il suo equipaggio.
Posso dirmi assolutamente certo di una cosa: episodi come quelli qui riportati sono avvenuti ovunque nel mondo e continuano ad accadere giorno per giorno. Ed il pubblico non ne ha sentito e non ne sente neppure parlare. Ma mi rincuora il fatto che, nel corso degli anni, si è formata una generazione di ricercatori seri che, in tutto il mondo, dedicano il loro tempo a provare l’evidenza di un Insabbiamento globale sugli UFO.

Interferenze aeree
Gli effetti elettromagnetici riscontrati su aerei in volo


Questa breve relazione passa in rassegna, in sede statistica, l’insieme dei casi documentati in cui uno o più aeromobili siano stati avvicinati da fenomeni aerei non identificati durante il volo e in cui uno o più sintomi di tipo elettromagnetico (EIM) siano stati rilevati a bordo dell’aeromobile (A/M).



Si sono presentati ben 62 casi distinti, compresi nel periodo fra il 1944 e il 1982, coinvolgenti un totale di 68 diversi (A/M), 126 UFO e 178 osservatori (pari ad una media di 2.6 testimoni oculari su ciascun A/M). Sono stati individuati poi 85 diversi eventi implicanti fenomeni E/M, il che rappresenta una media di 1,3 sintomi E/M per ogni caso considerato.
Gli avvistamenti sono durati da un minimo di 5 secondi ad un massimo di 78 minuti primi (in media, dunque, per un periodo di tempo di 15,7 minuti in ciascun caso) e a quote di volo varianti da 1.500 ai 40.000 piedi (corrispondenti rispettivamente, all’incirca, a 500 e 13.500 metri).
Inoltre, 40 dei 62 casi riguardano A/M di nazionalità statunitense, mentre i rimanenti hanno caratterizzato A/M di altri 22 Paesi. Degli A/M degli Stati Uniti suddetti il 75% sono militari, il 15% privati, e il 10% commerciali. Degli A/M degli altri Paesi, il 54% sono commerciali, il 29% militari, e il 17% privati. Una così ampia base di dati merita di essere studiata attentamente da tutti coloro che manifestano il loro interesse al fenomeno.
In particolare, gli effetti E/M comprendono (per quanto concerne gli A/M sia statunitensi che di altri Paesi): rilevamento radar a bordo dell’A/M (16 casi); fenomeni di interferenza o di cessazione completa riferiti alle trasmissioni radio (15 casi); contatti radar con l’UFO da parte di stazioni di rilevamento al suolo (con o senza conferme visuali) in 14 casi; arresto o cattivo funzionamento dei motori in 10 casi; deviazione o rotazione degli aghi di bussole magnetiche in 7 casi: mancato funzionamento dell’ADF (Automatic Direction Finder), o rilevatore automatico di direzione, in 4 casi; deviazione o rotazione degli aghi di bussole giroscopiche in 4 casi; variazione di potenza dei motori (3 casi); arresto totale dei sistemi elettrici (3 casi); avarie diverse dei radar di bordo (3 casi); arresto dell’invertitore (1 caso); arresto del transponder (1 caso); affievolimento delle luci in cabina (1 caso); blocco totale delle strumentazioni radar di bordo (1 caso); blocco dell’intero sistema di armamento di bordo (1 caso); mancato controllo del cambiamento di quota dell’A/M (1 caso).
Dei 3 casi più frequenti (il contatto radar con l’UFO da bordo o da terra) 2 si sono verificati con A/M di nazionalità statunitense; interferenze nelle trasmissioni radio si sono invece verificate con maggiore frequenza con A/M di altre nazionalità.
Nella grande maggioranza di tali casi vi è una variazione energetica legata alla distanza in cui la rilevanza degli effetti E/M varia in rapporto inverso alla distanza di separazione.



I casi implicanti una deviazione dell’ago magnetico delle bussole indicano la presenza di un forte campo elettromagnetico, mentre quelli coinvolgenti le bussole, giroscopiche o magnetiche che siano, suggeriscono altresì una variazione nel campo inerziale.
Problemi all’ADF dovuti ai fili della bobina bruciati, indicano infine la presenza di una elevata temperatura indotta dall’UFO. Quanto sopra denota la persistente rilevanza di un fenomeno fisico e reale atto ad interagire con aerei in volo: gli UFO.

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13/01/2010 09:53

Near collision: Incontri aerei in volo
ritorno sull'argomento, copiandovi questo bell'articolo [SM=g27811]



UFO Notiziario n° 2 - Giugno 1999



Near collision: Incontri aerei in volo


di Alfredo Lissoni


Le autorità tacciono, ma negli ultimi mesi diversi aerei militari e di linea hanno rischiato di scontrarsi in volo con i dischi volanti. Ed elicotteri fantasma sono pronti a gettarsi all'inseguimento.


Diversi mesi fa arrivava via posta alla sezione milanese del CUN un pacchetto anonimo. Conteneva una videocassetta in una custodia blu di plastica. Sopra vi era un'etichetta con scritto, a pennarello, "Ali su Aviano 1996". Visionammo la pellicola, che dura circa 90 minuti e, alla fine del nastro, restammo a bocca aperta.
Il motivo è presto detto, stavamo assistendo alla scena di un UFO che incrociava pericolosamente un aereo militare.
Ma andiamo con ordine. Il video mostra la base militare NATO di Aviano, nel Friuli. È il 7 luglio 1996 e si vedono le fasi di una parata aerea. Il filmato si apre con una presentazione del colonnello Jerry Rolwes, che spiega che la manifestazione è un "Open day", un momento in cui le basi militari vengono aperte al pubblico e si organizzano parate e dimostrazioni.
Vedere Rolwes ci incuriosisce molto. Questo militare aveva coraggiosamente dichiarato nel 1996, su una rivista ufologica americana, che il primo luglio del 1977 un UFO aveva sorvolato la base di Aviano, facendo scattare simultaneamente tutti gli allarmi. Lo stesso Rolwes, mesi fa, aveva altresì dichiarato alla stampa, questa volta italiana, che "ad Aviano si custodivano delle cose meravigliose". Non ne dubito, vedendo la cassetta.
La sequenza è inquietante. Le nostre Frecce Tricolori puntano verso il cielo, disegnando una figura acrobatica detta "la bomba", In pratica gli aerei prima salgono tutti in formazione, poi si separano ognuno in una direzione, simulando un'esplosione. In quel momento l'aereo capo pattuglia, detto in gergo "il solitario", si abbassa di quota e "taglia" la figura. Ed è in quel momento che, dall'alto, appare l'UFO.
A prima vista è solo un puntino nero. Ma poi, se si osserva il filmato ingrandito e fotogramma per fotogramma, si scopre che l'oggetto è un disco scuro che compie una manovra a V e si dirige pericolosamente verso l'aereo, per poi sparirvi dietro la coda.
Migliaia di curiosi affollano Aviano, scattano foto e filmano gli aerei, ma non ci risulta che nessuno si sia accorto dell'evento.
E questo è spiegabile. L'UFO è ad una quota molto alta e solo il pilota del "solitario" può averlo visto. Noi stessi abbiamo avuto la certezza di avere a che fare con un vero disco volante solo dopo aver fatto ingrandire il filmato da un tecnico RAI, in uno studio televisivo altamente sofisticato. Solo in quel momento è stato chiaro che stavamo osservando un ordigno artificiale e non convenzionale. Altrimenti, nel filmato appare soltanto un puntino svolazzante.


Scatta il cover-up

Ma la storia non finisce qua. Già, perché ad Aviano, durante queste manifestazioni, c'è ogni anno una troupe dell'Aeronautica Militare Italiana. Suo compito è filmare tutta la parata e realizzarne una videocassetta "Ali su Aviano", da mettere in vendita.
Anche in quest'occasione la manifestazione aerea viene ripresa. I cameraman depositano il filmato ed ecco che, poche ore dopo, dal Ministero della Difesa, arriva l'ordine di sequestrare la cassetta. Evidentemente il pilota del "solitario" ha avvisato le alte sfere, ed ecco scattare l'immediato cover up.
Il filmato viene così sequestrato; sembra addirittura che l'edizione 1996 del video non sia stata neppure messa in commercio.
L'episodio di "near collision", di "quasi collisione aerea" (in gergo aeronautico) sarebbe passato sotto silenzio, se il diavolo non vi avesse messo la coda. Perché, come spesso succede in questi casi, in quelle ore frenetiche che precedettero l'arrivo degli agenti della Difesa incaricati di sequestrare il video: qualcuno riuscì a farsene segretamente una copia pirata. Riteniamo sia questa la persona, di cui non conosciamo le generalità, che ci ha inviato la cassetta.


Le prime analisi

Abbiamo aspettato quasi un anno prima di divulgare questo caso. Volevamo essere sicuri di avere a che fare con materiale autentico e non con una "bufala" o con una manovra di depistaggio e discredito ai danni degli ufologi. Troppo spesso episodi di questo tipo si sono verificati in America, minando la credibilità dei ricercatori privati.
Ci siamo decisi a parlarne adesso che abbiamo scoperto che un'altra copia del filmato è in mano ad un alto graduato di Aviano in pensione.
Quest'uomo, di cui ovviamente dobbiamo tacere le generalità, ha visionato su nostra indicazione il "frame" esatto del documentario - che egli ebbe all'epoca grazie ai suoi agganci all'interno della base - e ci ha confermato che l'oggetto volante non è nulla di conosciuto, né un aereo né un uccello.
"È un vero UFO", ci ha detto il militare, confidandoci di essere stato testimone della comparsa di una luce notturna sulla città di Aviano nel 1978. L'autenticità del filmato ci è stata confermata anche da un tecnico contattato dalla sezione CUN di Lodi.
"Utilizzando strumenti molto sofisticati - ci conferma l'ufologo lodigiano Giuseppe Monticelli - abbiamo potuto ripulire l'immagine da disturbi ed ingrandire ogni dettaglio. Per essere sicuri che l'ingrandimento digitale delle immagini non deformasse le stesse, abbiamo ingrandito anche gli aerei che disegnano la figura acrobatica. Tutti gli oggetti in volo mantengono la loro forma reale ed originaria. E questo vale anche per l'UFO che si rivela essere un ovoide scuro che viaggia ad incredibile velocità e che in meno di un secondo effettua una curva ad angolo acuto e sfreccia nella direzione opposta all'aereo solitario".


Mancata collisione aerea

Di un secondo episodio di mancata collisione aerea, questa volta nei cieli di Latina, abbiamo saputo tramite un altro ex militare. Anche qui il riserbo sulle sue generalità è d'obbligo.

Ci permettiamo di divulgare questo documento, che certamente non comparirà per esteso nei rapporti che il SIOS stende sugli UFO, in quanto esso non ha classifica di segretezza.

L'evento risale al 3 maggio 1995.
L'aerostormo di Latina invia questo messaggio a 38 aerocentri militari in tutta Italia (Milano, Roma, Bari, Pratica di Mare, Cameri, Elmas, ecc...).
Il testo riporta quanto segue:
"Oggetto: mancata collisione. Missione n° 13. Durante esercitazione livellamento da salita a quota 7000 piedi velivolo trovavasi in rotta collisione con oggetto non identificato. Istruttore cambiava tempestivamente rotta e riusciva a mantenere in vista per un minuto circa oggetto volante che appariva con forma irregolare, non aerodinamica, di colore bianco e blu. Equipaggio comunicava inconveniente a locale appuntato e, dopo controllo zona, continuava missione che concludevasi senza ulteriori avvistamenti."


Distruggere il documento

Il documento cita per esteso i nomi dei piloti coinvolti e precisa: "Evento pericolo n° 11". Il che significa che in quel periodo, nel nostro Paese, era l'undicesima volta che si rischiava una collisione aerea con un UFO!
È assai curioso il fatto che di tutto ciò non sia mai giunta eco né alla popolazione né alla stampa.
Sono sicuro che eventi di questo tipo ben difficilmente troveranno spazio in quei dossier che, periodicamente, il Secondo Reparto dell'Aeronautica rilascia agli ufologi. Essi contengono dei riassunti di casi UFO in cui si omettono i nomi dei testimoni (il che ci rende impossibile qualsiasi verifica).
I casi più interessanti non vi vengono citati, e ne ho le prove.
Da un militare amico ho ricevuto copia di un rapporto scritto nel 1984 dal colonnello William Bisson del 103° Gruppo CBR di Treviso, in cui si precisava che "non era possibile fornire agli ufologi anche copia degli stampati relativi alle caratteristiche dell'oggetto e della sua traiettoria, in quanto costituivano argomenti di carattere strettamente confidenziale e riservato."
L'importante non era tanto nel documento, che riferiva di una luce pericolosamente vicina alla torre di controllo di Istrana il 17 novembre 1982, quanto nel timbro quadrato apposto sul verbale, che recava la scritta "DISTRUGGERE".
Il documento originale deve essere stato distrutto effettivamente, visto che nei dossier del SIOS non vi è la minima traccia di questo evento.


Iintercettazioni radio

E non è menzionato neppure il caso che vide protagonista un radioamatore privato del sud-est Milano che, alle 20.30 del 20 dicembre 1994, udì la conversazione tra i piloti del volo Alitalia 400 Roma-Zurigo e 1427 Milano-Barcellona, con il controllo radar di Milano Linate.
Il pilota del primo aereo segnalava a Linate la presenza di "strane luci verdastre in quota, nello spazio aereo a 57 miglia nautiche dal VOR di Genova sull'aerovia A35".
Alla richiesta di cosa fossero le luci, Linate rispose che poteva trattarsi di un missile o di un pallone. I piloti dei due aerei negavano.
Venti minuti dopo Linate domandava al pilota di un terzo aereo di linea, in transito lungo la stessa aerovia, se notasse qualcosa. La risposta questa volta fu negativa.
Adesso l'ascolto delle frequenze radio degli aerei di linea è stato messo fuorilegge dal Governo, pena una multa di venti milioni.
Ciò non significa che siano spariti i radioamatori "pirata". E proprio uno di questi ci ha fatto sapere, anonimo, di avere captato il 18 settembre 1997 alle ore 20.20 una comunicazione di un aereo Alitalia AZ2103 Milano-Roma con la torre di controllo di Linate.
Il pilota, che era a 27.000 piedi di quota sull'appennino tosco-emiliano, segnalava la presenza sul radar di "certe strane tracce" che un secondo dopo la comunicazione con Linate scomparivano nel nulla.
Alla domanda del controllore linatese "Hai visto un UFO?", il pilota rispondeva sdrammatizzando: "Non lo so, non ho mai visto un UFO".
Chi poi non vede mai nulla, ufficialmente, sono i radaristi della base NATO di Remondò, nel pavese.


Gli acchiappa UFO

Essi vennero chiamati in causa nel settembre del 1996 dall'assessore alla polizia urbana di Mortara Cesare Sacchi, dopo che questi aveva avvistato assieme ad altre due persone un rombo volante sopra Remondò, inseguito da due elicotteri.
"Quando telefonai al centro radar di Remondò - ha dichiarato Sacchi, - mi sentii rispondere dal capitano della base di non avere rilevato alcuna anomalia o traccia radar. Col senno del poi, non so proprio cosa mi aspettavo rispondessero, che ci aveva sorvolati in UFO?"
Remondò è una base immensa che si estende su un perimetro di un centinaio di chilometri. È strategicamente immersa nel verde, tant'è che dall'alto non è possibile distinguere nulla. Vista da vicino, ha un aspetto fatiscente ed abbandonato. La voce che corre in paese è che sia in vendita e che presto verrà smantellata. Ma curiosamente vi fervono dei lavori di ristrutturazione ed un nuovo radar è stato comperato ed installato.
Ufficialmente la base non è operativa dagli anni '50 (epoca in cui gli aerei spia sovietici la fotografarono per la sua importanza strategica), ma se si guarda bene si scopre che tra il recinto esterno e quello interno della stessa vi sono ferocissimi cani lupo pronti ad aggredirvi, e telecamere ogni trecento metri. Ed un piantone all'ingresso, l'unico militare visibile, pronto a dare l'allarme via telefono.
Cosa si nasconde a Remondò non ci è dato di saperlo.
Dal 1995, grazie alle speculazioni sulla stampa, si è sparsa la voce che Remondò sia una sorta di Area51, che vi si custodiscano gli UFO o che vi siano elicotteri neri pronti a decollare per intercettare i dischi volanti.
Si tratta di leggende. In realtà la caccia agli UFO parte da La Spezia. Abbiamo studiato le traiettorie degli elicotteri "fantasma", così definiti perché sprovvisti di qualsiasi segno di riconoscimento, sigla o bandiera (il che è irregolare). Ci siamo riferiti a quelli segnalati da Sacchi nel 1996 e a quelli visti nel 1995 da un pescatore sul Ticino pavese (ben 17 elicotteri militari che trasportavano migliaia di militari che isolarono per un giorno le risaie di una zona nota come La Buccella, dopo certi strani "black out").
Abbiamo scoperto che la rotta aerea da cui arrivano questi velivoli parte da La Spezia.
Questo è assai interessante perché il capoluogo spezzino fu, negli anni Settanta, al centro di molti avvistamenti UFO, e molti resoconti al riguardo finirono nelle mani della Questura, dei militari e degli organi di polizia.
Viene da pensare che, sulla scorta di queste esperienze, a La Spezia debba esistere una sorta di team acchiappa-UFO pronto ad intervenire su segnalazioni di centri radar e basi NATO come Remondò.
Speriamo sia solo una folle idea.
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