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[Rubrica] [In corso] Guerra: armi e tecnologie.

Ultimo Aggiornamento: 25/11/2015 19:46
25/03/2011 21:05

Re:
IRONMAN.75, 25/03/2011 14.25:

Era ora!Finalmente nessuno cerca di primeggiare su altri(guardate Nicolas Sarkozy com'era gasato!!)chiaramente dopo Gheddafi penseranno a dividersi la torta come al solito.




Dubito che Gheddafi molli tanto facilmente la Libia in mano ai ribelli e meno ancora agli "infedeli" occidentali,se si vuole che ciò accada devono eliminarlo definitivamente altrimenti è solo una perdita di tempo e di risorse sia umane che di costi per portare avanti la campagna militare.
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25/03/2011 21:21

Hai ragione Legion...
Anche secondo me il caro amico Rais dovrà essere spodestato usando più forza di quella di ora...questo se non ci sarà un a sconfitta definitiva sul campo delle sue truppe; a quel punto, si arrenderebbe.
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25/03/2011 21:24

un meritato riposo di un guerriero "ribelle" anti Raiss [SM=g8320]


fonte: NZ herald

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26/03/2011 11:51

Non c'è niente di meglio per riposarsi che sdraiarsi al sole.
Bella la foto bambino...
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26/03/2011 12:26

8° giorno Odyssey Dawn: ultimi aggiornamenti.
Obama: «Evitato un bagno di sangue».

Il presidente Usa: «Non possiamo intervenire sempre, ma la missione in Libia era nostro interesse nazionale».

«Gli Stati Uniti non possono, e non devono, intervenire ogni volta che c'è una crisi in una parte del mondo». Lo ha detto il presidente americano Barack Obama nel discorso settimanale. «Ma credo fermamente - ha aggiunto - che quando innocenti sono brutalizzati, quando qualcuno come Gheddafi minaccia un bagno di sangue e quando la comunità internazionale è preparata ad agire insieme, è nel nostro interesse nazionale agire. È nostra responsabilità. E questo», in Libia, «è uno di questi momenti».


Battaglia per Ajdabiya, vincono gli insorti.

Le incursioni della coalizione contro le forze del regime aiutano i ribelli a riprendere il controllo della città.

Mentre in Europa si discute, in Libia si continua a combattere. Nel pomeriggio di venerdì tre violentissime esplosioni sono risuonate ad Ajdabiya, estrema difesa degli insorti libici lungo la direttrice che conduce alla loro capitale Bengasi, 160 chilometri più a nord. Si è trattato di nuove incursioni della coalizione multinazionale contro le forze fedeli al regime libico, che in mattinata avevano ripreso a bombardare la città. Dense colonne di fumo sono state viste levarsi verso il cielo lungo la strada che conduce all'ingresso principale di Ajadabiya da est. Al Jazeera aveva parlato venerdì sera di una «mediazione» per la resa delle brigate di Gheddafi. E nella mattinata di sabato gli inviati della France Presse hanno confermato che la città è tornata sotto il controllo degli insorti.
Aerei del Qatar - Nel frattempo si allarga la coalizione internazionale. Gli aerei del Qatar messi a disposizione della coalizione internazionale per l'imposizione della no-fly zone hanno preso parte a operazioni di sorvolo nei cieli della Libia. Una partecipazione significativa, essendo il Qatar un Paese arabo.
153 missioni in 24 ore - Quanto al bilancio delle operazioni, gli Usa e i paesi alleati che pattugliano la no-fly zone hanno lanciato 16 missili Tomahawk ed effettuato 153 sortite aeree nelle ultime 24 ore, ha comunicato il Pentagono. Obiettivi delle missioni sono l'artiglieria, le forze di terra e le strutture di comando e controllo del leader libico Muammar Gheddafi, ha precisato il Pentagono. Il portavoce del Pentagono ha precisato che oltre ai 16 missili Tomahawk sono state sganciate contro le forze di Gheddafi quattro bombe al alta precisione JDAM (guidate da Gps). Per quanto riguarda le 153 sortite aeree, 67 sono state effettuate dall'aviazione Usa ed altre 86 dai paesi alleati, ha precisato il portavoce del Pentagono.
Zawiya, residenti rapiti dalle truppe governative - Un portavoce degli insorti di Zawiya, città libica vicina a Tripoli ribellatasi a Gheddafi e poi ripresa dalle forze governative, ha detto che le milizie lealiste hanno rapito migliaia di residenti e li hanno portati in località sconosciute. Ibrahim, che è rimasto a Zawiya e non ha voluto dire il cognome, ha detto per telefono alla Reuters che le forze di Gheddafi «hanno rapito giovani e anziani, chiunque sotto i 50-60 anni, fossero ingegneri o muratori, e li hanno portati in un luogo sconosciuto. Migliaia sono scomparsi da quando quelli hanno preso la città». Le affermazioni di Ibrahim non possono essere verificate perchè il governo libico impedisce ai giornalisti l'accesso alla città 50 km a ovest di Tripoli. Un abitante di Zawiya fuggito in Tunisia, Mohsen, conferma la notizia di violenze e rapimenti.
Il rimorchiatore italiano - C'è stato anche nuovo contatto tra l'equipaggio dell'Asso 22, il mercantile bloccato nel porto di Tripoli da martedì, e la compagnia Augusta Offshore. «E' stato possibile comunicare con il personale a bordo - ha fatto sapere la compagnia - e ci hanno confermato di stare bene». L'equipaggio, composto da 11 persone di cui 8 italiani, due indiani e un ucraino, resta comunque presidiato e non ha lasciato il mercantile. Intanto, fa sapere ancora la compagnia, «si continua a lavorare, a livello istituzionale, per riportare tutti a casa».

Fonte: Corriere della sera.It
[Modificato da _Thomas88_ 26/03/2011 12:29]
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26/03/2011 16:01

obama ha ragione quando si tratta di tratta di torture umane bisogna che intervenengono anche loro,assieme a noi per denunciare e fare cadere questo dittatore.
pensavo fossero gia' in arrivo gli ostaggi sul rimorchiatore,che siano capitati in mano a dei pirati?
[Modificato da IRONMAN.75 26/03/2011 16:04]
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26/03/2011 16:26

Re: 8° giorno Odyssey Dawn: ultimi aggiornamenti.
_Thomas88_, 26/03/2011 12.26:

.....Obama: «Evitato un bagno di sangue».

Il presidente Usa: «Non possiamo intervenire sempre, ma la missione in Libia era nostro interesse nazionale».

«Gli Stati Uniti non possono, e non devono, intervenire ogni volta che c'è una crisi in una parte del mondo». Lo ha detto il presidente americano Barack Obama nel discorso settimanale. «Ma credo fermamente - ha aggiunto - che quando innocenti sono brutalizzati, quando qualcuno come Gheddafi minaccia un bagno di sangue e quando la comunità internazionale è preparata ad agire insieme, è nel nostro interesse nazionale agire. È nostra responsabilità. E questo», in Libia, «è uno di questi momenti»......

Fonte: Corriere della sera.It




forse Obama vuol anche dire che in Siria, Yemen e altre zone arabe dove sono recentemente cominciate delle rivolte, gli USA non ci andranno, ( forse anche perchè li di petrolio e gas non ce n'è [SM=g8320] )

forse Obama ha detto questo anche per calmare l'opposizione repubblicana, che gli ha rinfacciato il fatto di avere portato gli USA in una guerra non autorizzata [SM=g9761] [SM=g10034]
[Modificato da bambino_69 26/03/2011 16:30]
26/03/2011 23:24

Re: Re: 8° giorno Odyssey Dawn: ultimi aggiornamenti.
bambino_69, 26/03/2011 16.26:




forse Obama vuol anche dire che in Siria, Yemen e altre zone arabe dove sono recentemente cominciate delle rivolte, gli USA non ci andranno, ( forse anche perchè li di petrolio e gas non ce n'è [SM=g8320] )

forse Obama ha detto questo anche per calmare l'opposizione repubblicana, che gli ha rinfacciato il fatto di avere portato gli USA in una guerra non autorizzata [SM=g9761] [SM=g10034]




Cominciare un conflitto con stati come la Siria e lo Yemen non sarebbe una buona idea visto che sono anti-americani,piuttosto opterei per un embargo con una risoluzione ONU (capeggiata sempre dagli USA)
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27/03/2011 16:45

9° giorno Odyssey Dawn: ultimi aggiornamenti.
Libia, gli insorti prendono il terminal petrolifero di Ras Lanuf.

Riconquistata anche Brega, decisivi i raid aerei della coalizione anti-Gheddafi il cui comando passa alla Nato.

In Libia si continua a combattere. Le forze antigovernative hanno riconquistato la strategica città di Brega, nella Libia orientale, e, successivamente avanzando verso ovest, hanno già raggiunto Uqayla, prima di conquistare il principale terminal petrolifero libico di Ras Lanuf. Con l'arrivo poi dei ribelli a Ben Jawad, tornano sotto il loro controllo tutti i maggiori terminal petroliferi del settore orientale della Libia (Es Sider, Ras Lanuf, Brega, Zueitina e Tobruk). I ribelli libici si dicono inoltre pronti a esportare petrolio «in meno di una settimana» e in grado di produrre «dai 100.000 ai 130.000 barili al giorno» ha annunciato un portavoce, dopo la conquista degli impianti e dei terminal a sud di Bengasi.
Combattimenti - Sabato dopo pesanti raid aerei della coalizione internazionale contro le forze di Gheddafi, gli insorti avevano ripreso la città di Ajdabiya e in seguito avevano rivendicato anche la riconquista del porto petrolifero di Brega.
Successivamente le forze fedeli a Muammar Gheddafi hanno ripreso l'attacco contro Misurata, la città portuale stretta tra Tripoli e Sirte. Lo riferiscono residenti.
Richiesta di tregua - Intanto il regime libico è tornato a chiedere il cessate-il-fuoco e una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza Onu. A Tripoli, il portavoce del governo, Mussa Ibrahim, ha detto che gli attacchi aerei della coalizione hanno ucciso soldati e civili lungo la strada tra Agedabia e Sirte: «Stanotte i raid aerei continuano a pieno ritmo. Stiamo perdendo molte vite, soldati e civili», ha detto e ha rinnovato il suo appello alla tregua e a una riunione urgente al Palazzo di Vetro. In effetti i raid, lanciati dalla coalizione occidentale per proteggere i civili, stanno effettivamente spostando l'equilibrio di potere sul terreno e sabato notte sono proseguiti senza sosta. I caccia francesi hanno anche distrutto almeno cinque aerei e due elicotteri delle forze lealiste nelle regioni di Zindan e Misurata.
Comando alla NATO - Dall'Italia invece il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha annunciato che «Questa mattina i capi di stato maggiore della Difesa della coalizione della Nato hanno predisposto definitivamente il piano della no-fly zone plus e tutto praticamente è passato sotto l'egida della Nato, sia l'embargo navale che è comandato da un ammiraglio italiano sia le operazioni aeree».

Fonte: Corriere della sera.It
[Modificato da _Thomas88_ 27/03/2011 16:49]
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27/03/2011 19:22

ottima strategia andando avanti così, pian piano il popolo si riprederà la sua terra ma haimé dovranno lasciarci il petrolio.
27/03/2011 20:49

Re:
IRONMAN.75, 27/03/2011 19.22:

ottima strategia andando avanti così, pian piano il popolo si riprederà la sua terra ma haimé dovranno lasciarci il petrolio.




E' un prezzo che dovranno pagare se vogliono la libertà dal Raiss e credo che siano disposti a farlo anche se certo, imporranno le loro condizioni [SM=g2201336]
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28/03/2011 11:56

10° giorno Odyssey Dawn: ultimi aggiornamenti.
Gli insorti annunciano «Sirte è nostra». Ma i fedeli di Gheddafi smentiscono.

Le forze del Raìs: «Li abbiamo fermati a 140 km dalla città» e giornalisti nella zona confermano.

In Libia, sul fronte del conflitto, lo snodo decisivo nel conflitto al momento è la battaglia di Sirte, sulla cui sorte ci sono due versioni contrastanti: i ribelli hanno dichiarato di averla riconquistata, con l'intera zona petrolifera in Cirenaica e dicono di puntare ora verso Tripoli. opposta la versione delle truppe governative che sostengono come l'avanzata dei ribelli sia stata fermata dalle forze pro-Gheddafi all'uscita da Ben Jawad, situata a 140 chilometri dalla città di Sirte. Questa versione sarebbe però stata anche confernata da un giornalista della France Presse e da uno della Reuters. I ribelli hanno preso domenica il controllo di Ben Jawad, dopo aver conquistato il sito petrolifero di Ras Lanuf, aiutati anche dai raid aerei della coalizione internazionale. Ma lunedì sono stati fermati dalle forze leali al colonnello Gheddafi, che erano a bordo di pick-up, sulla strada che conduce da Ben Jawad a Nofilia, in direzione di Sirte. Questa versione è confernata anche da Al-Jazeera, che ha mostrato in diretta gli scontri in corso tra le due parti. Anche l'inviato della tv qatariota smentisce quindi che i ribelli siano entrati a Sirte, sostenendo che il fronte degli scontri è ancora distante dalla roccaforte di Muammar Gheddafi.
Donne violentate - C'è poi il capitolo dei presunti stupri. Nel fine settimana una donna ha fatto irruzione in un hotel occupato dai giornalisti occidentali denunciando di essere stata stuprata ad un posto di blocco (ma domenica sera il portavoce del governo ha negato la circostanza e ha spiegato che la donna è una prostituta). Oggi arriva la denuncia di alcuni medici di Ajdabiya che sostengono che le forze fedeli a Gheddafi avrebbero commesso violenze sessuali su diverse donne della città, «colpevoli» di avere espresso il loro sostegno alla rivolta dell'opposizione contro il regime. Secondo un giornalista di Al Jazeera, in città sarebbero scomparse 175 persone, molte delle quali sono ritenute morte.


Russia: «Intervento non autorizzato dall'Onu».

Dura presa di posizione del ministro degli Esteri russo Lavrov.

La Russia si mette di traverso sulle missioni della coalizione alleata in Libia: per Mosca l'intervento della coalizione nella guerra civile non è stato autorizzato dalla risoluzione 1973 del consiglio di sicurezza. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov: «Noi consideriamo che l'intervento della coalizione in quella che è essenzialmente una guerra civile interna non è stato autorizzato dalla risoluzione del consiglio di sicurezza dell'Onu», ha dichiarato il capo della diplomazia russa, ribadendo comunque che la difesa della popolazione civile «resta la nostra priorità». La decisione della Nato di assumere il comando delle operazioni in Libia rispetta la risoluzione 1973 del consiglio di sicurezza dell'Onu ma il suo unico mandato - ha aggiunto Lavrov - deve essere quello di proteggere la popolazione civile.
La mediazione turca - Intanto, dopo la formalizzazione del passaggio alla Nato del comando di tutte le operazioni militari legate al rispetto della risoluzione 1973 dell'Onu, ovvero l'embargo, l'istituzione della no fly zone e la protezione dei civili dagli attacchi delle truppe governative, la Turchia si offre come mediatore per raggiungere «prima possibile» un cessate il fuoco tra le parti per evitare che la Libia si trasformi in un nuovo Iraq o Afghanistan. Lo ha dichiarato in un'intervista al britannico Guardian il premier turco Recep Tayyip Erdogan, che ha rivelato come siano già in corso contatti con i delegati di Gheddafi ed esponenti del Consiglio Nazionale Transitorio di Bengasi. Non solo. Erdogan riferisce che la Turchia, in accordo con la Nato, sta per assumere il controllo del porto di Bengasi per la gestione degli aiuti umanitari. Erdogan chiarisce che intende agire «nella cornice delle indicazioni della Nato, della Lega Araba e dell'Unione Africana». «Al momento è in corso una guerra civile in Libia e noi dobbiamo porvi fine», ha dichiarato il premier turco. I ribelli: «Presa Sirte».
Attesa per il vertice di Londra - Sempre sul fronte diplomatico c'è anche attesa per il summit di martedì a Londra. Il ministro degli esteri italiano Frattini, anticipando i temi dell'incontro, ha detto che «nostro dovere istituzionale è eliminare le distanze, trovare una soluzione condivisa non solo tra i quattro più grandi paesi europei, ma con tutti» gli alleati. Secondo il capo della diplomazia, chiamato a commentare le divergenze con la Francia, «qualunque strategia politica divisiva» sulla crisi libica è «destinata a fallire». «Qualunque strategia politica divisiva sarebbe destinata a fallire - ha proseguito - ma le idee italiane, francesi e tedesche dovranno tutte confluire in un piano che, domani a Londra, potremo elaborare per dare una risposta: questa missione è il mezzo e non il fine».

Fonte: Corriere della sera.It
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28/03/2011 12:31

sono daccordo con il Ministro,in quanto alle dichiarazioni russe ...si vede che a loro il petrolio della libia non interessa?
loro di fonti energetiche naturali ne hanno.
28/03/2011 17:49

Re:
IRONMAN.75, 28/03/2011 12.31:

sono daccordo con il Ministro,in quanto alle dichiarazioni russe ...si vede che a loro il petrolio della libia non interessa?
loro di fonti energetiche naturali ne hanno.




Ironman,se ci fai ben caso la Russia si è sempre messa di traverso in quasi tutte le questioni prese dall'Europa,dagli USA nei vari conflitti degli ultimi 20 anni (vedi la prima e seconda guerra del Golfo in Iraq,vedi l'Afghanistan),sono tutti paesi ai quali la Russia ha sempre avuto un certo interesse "bellico".
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28/03/2011 19:10

hai ragione ,anche.
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29/03/2011 13:09

Giusto Legion, la Russia ci ha abituato ad andare controcorrente!
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29/03/2011 15:34

11° giorno Odyssey Dawn: ultimi aggiornamenti.
Obama: in Libia fatto il nostro dovere. Ora il contributo americano si riduce.

Il presidente: mercoledì il comando alla Nato. Questa sera meeting dei leader di Usa, Francia, Gb e Germania.

In Libia gli Stati Uniti «hanno fatto il proprio dovere», ora il loro contributo si ridurrà quando, mercoledì prossimo, il comando passerà alla Nato. Lo ha detto il presidente Usa Barack Obama in un discorso tvalla nazione, in cui ha aggiunto che l'obiettivo «ampio» degli Stati Uniti è quello di una Libia «che appartiene non ad un dittatore ma al suo popolo». Il presidente Usa ha anche sottolineato che gli Stati Uniti «non si possono permettere» di commettere gli stessi errori dell'Iraq, «dove la transizione è durata otto anni» nel tentativo di rovesciare il regime di Gheddafi. «Per coloro che dubitavano sulla nostra capacità di portare a termine questa operazione, voglio essere chiaro: gli Stati Uniti d'America hanno fatto quello che avevano detto che avrebbero fatto. Questo non significa che il nostro lavoro sia completato. Oltre alle nostre responsabilità nei confronti della Nato - ha aggiunto Obama - lavoreremo con la comunità internazionale per fornire assistenza al popolo libico, a coloro che necessitano cibo e assistenza medica. Tuteleremo gli oltre 33 miliardi di dollari del regime libico che abbiamo congelato in modo che siano disponibili per la ricostruzione della Libia. Dopo tutto, quel denaro non appartiene a Gheddafi o a noi. Appartiene al popolo libico e faremo in modo che lo riceva». Ma il futuro non appare certo semplice: «La transizione che conduce a un governo legittimo che risponda alle aspettative del popolo libico sarà un compito difficile- aggiunto Obama - e anche se gli Stati Uniti faranno la loro parte per fornire il loro aiuto, è un compito che toccherà all'intera Comunità internazionale e soprattutto al popolo libico», ha sottolineato il presidente americano. «Anche dopo la partenza di Gheddafi, quaranta anni di tirannia lasceranno la Libia colpita e senza istituzioni civili forti»
Videoconferenza a 4, Italia fuori - Il discorso di Obama era stato preceduto, lunedì sera, da una videoconferenza tra lo stesso presidente americano, il presidente francese Nicolas Sarkozy, il premier britannico David Cameron e la cancelliera tedesca Angela Merkel. L'incontro è iniziato intorno alle 19.15. I quattro hanno discusso della situazione in Libia e dei piani in vista del vertice in programma martedì a Londra. L'altro grande Paese protagonista della coalizione, vale a dire l'Italia, non è stato invitato alla videoconferenza. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, intervistato su La7, ha detto che nella videoconferenza «non si sta decidendo niente e l'Italia non soffre affatto di sindrome da esclusione». Rivolto poi al Pd che per bocca di Lapo Pistelli aveva parlato in precedenza di un'Italia «lasciata fuori dalla porta» Frattini replica: «Se pensano che il bene dell'Italia è speculare sulla politica estera continuino a farlo...». Alla fine della videoconferenza, una nota dell'Eliseo ha comunicato che i quattro leader hanno «espresso sostegno alla conferenza che si svolge martedì a Londra e che deve riunire la comunità internazionale a sostegno della transizione politica in Libia». Nell'incontro si è parlato anche «del sostegno al processo di transizione in Egitto e della necessità di rilanciare il processo di negoziato israelo-palestinese»
Russia - In precedenza sul fronte diplomatico si era registrato l'intervento della Russia. Per Mosca l'intervento della coalizione nella guerra civile non è stato autorizzato dalla risoluzione 1973 del consiglio di sicurezza. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov: «Noi consideriamo che l'intervento della coalizione in quella che è essenzialmente una guerra civile interna non è stato autorizzato dalla risoluzione del consiglio di sicurezza dell'Onu», ha dichiarato il capo della diplomazia russa, ribadendo comunque che la difesa della popolazione civile «resta la nostra priorità». La decisione della Nato di assumere il comando delle operazioni in Libia rispetta la risoluzione 1973 del consiglio di sicurezza dell'Onu ma il suo unico mandato - ha aggiunto Lavrov - deve essere quello di proteggere la popolazione civile.
La mediazione turca - Intanto, dopo la formalizzazione del passaggio alla Nato del comando di tutte le operazioni militari legate al rispetto della risoluzione 1973 dell'Onu, ovvero l'embargo, l'istituzione della no fly zone e la protezione dei civili dagli attacchi delle truppe governative, la Turchia si offre come mediatore per raggiungere «prima possibile» un cessate il fuoco tra le parti per evitare che la Libia si trasformi in un nuovo Iraq o Afghanistan. Lo ha dichiarato in un'intervista al britannico Guardian il premier turco Recep Tayyip Erdogan, che ha rivelato come siano già in corso contatti con i delegati di Gheddafi ed esponenti del Consiglio Nazionale Transitorio di Bengasi. Non solo. Erdogan riferisce che la Turchia, in accordo con la Nato, sta per assumere il controllo del porto di Bengasi per la gestione degli aiuti umanitari. Erdogan chiarisce che intende agire «nella cornice delle indicazioni della Nato, della Lega Araba e dell'Unione Africana». «Al momento è in corso una guerra civile in Libia e noi dobbiamo porvi fine», ha dichiarato il premier turco. I ribelli: «Presa Sirte».
Sarkozy e Cameron: «Gheddafi se ne deve andare» - Gheddafi se ne deve andare «immediatamente» e la transizione in Libia deve essere affidata al Comitato Nazionale di Transizione. È quanto sottolineato, in una nota congiunta, dal presidente francese Nicolas Sarkozy e dal primo ministro britannico, David Cameron. Sul fronte diplomatico cresce intanto l'attesa per il summit a Londra. Il ministro degli esteri italiano Frattini, anticipando i temi dell'incontro, ha detto che «nostro dovere istituzionale è eliminare le distanze, trovare una soluzione condivisa non solo tra i quattro più grandi paesi europei, ma con tutti» gli alleati. Secondo il capo della diplomazia, chiamato a commentare le divergenze con la Francia, «qualunque strategia politica divisiva» sulla crisi libica è «destinata a fallire». «Qualunque strategia politica divisiva sarebbe destinata a fallire - ha proseguito - ma le idee italiane, francesi e tedesche dovranno tutte confluire in un piano che, domani a Londra, potremo elaborare per dare una risposta: questa missione è il mezzo e non il fine»


Gli aerei americani hanno poco a che fare con la «no fly zone».

AC-130H Spectre e A-10 Thunderbolt sono velivoli per l’appoggio alle truppe dei ribelli anti-Gheddafi.

Barack Obama vorrà pure ridurre l’impegno militare in Libia e il Pentagono ha richiamato alcune unità navali. Ma i mezzi che gli Usa stanno impiegando rivelano chiaramente le intenzioni. Fonti militari hanno annunciato che nel paese nord africano operano gli AC 130H “Spectre” e gli "A 10". Sono due aerei concepiti per distruggere carri armati, mezzi, pezzi d’artiglieria. Con un potere di fuoco devastante hanno partecipato a tutte le recenti campagne statunitensi, dall’Iraq all’Afghanistan. Lo “Spectre” è un erede di un velivolo impiegato per la prima volta in Vietnam ed è una versione modificata del celebre C 130 Hercules da trasporto. Può essere armato con un pezzo da 105 millimetri, cannoncini da 40 e 25 millimetri guidati da sistemi sofisticati. L’aereo può ingaggiare due obiettivi simultaneamente e i suoi apparati correggono il tiro. E’ devastante quando affronta colonne in movimento ma è anche accurato nell’individuare bersagli singoli. LO “Spectre” può solo sparare dal lato sinistro e per questo “orbita” attorno al bersaglio. L’equipaggio è composto da 5 uomini più 8 addetti alle armi. In Libia è stato probabilmente usato contro i corazzati delle Brigate Khamis che bombardano le città ribelli e che difendono la zona occidentale.
Aerei lontani dai compiti della No-fly zone - Il ricorso allo Spectre, che è stato rischierato in Italia, e all’A 10, altro distruttore di carri, ha poco a che fare con la no fly zone. Anzi non c’è alcun legame visto che si tratta di aerei per l’appoggio alle truppe. In questo caso ai ribelli anti-Gheddafi. Per cui l’affermazione – ripetuta più volte – che gli Usa non stanno fornendo supporto diretto agli insorti è smentita dai fatti. L’unica giustificazione è che lo “Spectre” e l’“A 10” possono aiutare la coalizione a spezzare l’assedio a Misurata o Zawiya, città martoriate dai cannoni del regime. E dunque proteggono la popolazione, come prevede l’Onu. Del resto gli Stati Uniti, con Francia e Gran Bretagna, interpretano la risoluzione delle Nazioni Unite in modo più ampio e – come dicono loro – “flessibile”. Italia e Spagna, all’opposto, ritengono che il mandato sia quello di applicare la no fly zone.

Fonte: Corriere della sera.It
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30/03/2011 20:22

12° giorno Odyssey Dawn: aggiornamenti.
Obama: «Armi ai ribelli? Stiamo valutando».

«Troppo presto per negoziare con Gheddafi. Ma alla fine lascerà: il Raìs ha i giorni contati».

Il Presidente americano Barack Obama non esclude l'ipotesi di fornire armi all'opposizione libica, ma precisa che è in corso una valutazione sul rapporto di forze tra i ribelli e il regime di Muammar Gheddafi per arrivare a una decisione. Alla domanda sull'eventualità che gli Stati Uniti possano garantire assistenza militare diretta ai rivoltosi, Obama ha risposto: «Non lo escludo, ma non dico neanche che lo faremo. Stiamo valutando cosa faranno le forze di Gheddafi». «Una delle questioni a cui stiamo cercando di dare risposta - ha aggiunto Obama nell'intervista all'Nbc, alla Abc, alla Cbs News - è se le forze di Gheddafi sono state sufficientemente indebolite, perché allora non sarebbe necessario armare i ribelli». «Ma al momento non lo escludiamo», ha ribadito.
Negoziato - Non è ancora arrivato il momento per avviare un «formale negoziato» con Gheddafi in modo da gestire la fine del suo regime, ha aggiunto il presidente americano. «La cerchia attorno a Gheddafi - ha sottolineato Obama - ha capito di avere i giorni contati. Tuttavia non è detto che il Colonnello ne sia consapevole, per cui penso sia troppo presto per dare il via a un negoziato formale. Gheddafi sa esattamente cosa fare per porre fine ai bombardamenti costanti contro di lui. A un certo punto potrebbe cambiare posizione e cominciare a studiare come negoziare la sua uscita di scena. Tuttavia - ha concluso Obama - non credo che siamo ancora a quel punto». «Gheddafi ha ormai i giorni contati» ha detto il presidente, spiegando come a suo giudizio lo stesso pensi anche il ristretto circolo dei collaboratori del Colonnello. «Quello che stiamo vedendo - ha detto il presidente americano - è che chi frequenta da vicino Gheddafi ha capito che il cappio si stia stringendo e che i loro giorni siano ormai contati. E per questo stanno pensando cosa fare in futuro, quali saranno i loro prossimi passi». Obama, se il colonnello dovesse segnalare la volontà di dimettersi, la comunità internazionale dovrebbe decidere «il modo più appropriato per facilitare questa soluzione. Ad ogni modo, osserva, non si tratta di un processo che accadrà immediatamente: «Ci vorrà un poco di tempo, il processo non si metterà in moto subito», aggiunge Obama. Tuttavia, nel lodare l'azione militare degli Stati Uniti e della coalizione, Obama sottolinea che «l'alleanza è entrata in azione da soli nove giorni».


Bombe su Tajura.

I raid delle forze alleate in Libia hanno preso di mira negli ultimi giorni a più riprese Bab al-Aziziyah, sobborgo alla periferia meridionale di Tripoli dove sorge la residenza-bunker di Muammar Gheddafi. Non solo: almeno tre bombe sono state sganciate sul quartiere di Tajura, sede di diverse basi militari dell'esercito libico.

Fonte: Corriere della sera.It
30/03/2011 21:25

L'unica soluzione che trovo più plausibile per l'uscita di scena di Gheddafi è proprio un cappio al collo (ma non in senso figurato).
Il problema poi saranno anche i figli, stesse menti bacate come il padre.
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30/03/2011 21:36

Re:
Legion37, 30/03/2011 21.25:

L'unica soluzione che trovo più plausibile per l'uscita di scena di Gheddafi è proprio un cappio al collo (ma non in senso figurato).
Il problema poi saranno anche i figli, stesse menti bacate come il padre.




già vero [SM=g8320]
adesso si parla di esilio: ma se il Raiss, va in esilio in Chad, per esempio, che è confinante a sud della Libia, poco cambia.
con i soldi con cui se ne andrà, Gheddafi potrebbe sempre influenzare le forze interne politiche e militari della "nuova Libia" [SM=g10034] [SM=g8884]
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