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Un libro del 1935 anticipa l’esobiologia. E’ l’opera di Desiderius Papp

Ultimo Aggiornamento: 23/11/2009 23:56
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23/11/2009 23:56

Ricerca preliminare, da approfondire, effettuata da Antonio De Comite


Poco si sa di questo autore, dalle poche informazioni frammentarie è indicato come un astronomo tedesco che, negli anni 30 del secolo scorso, immaginò, basandosi sulle conoscenze scientifiche dell’epoca, la vita presente nel nostro sistema solare e oltre, sia a livello animale che di civiltà progredite e tecnologiche. Il libro, la cui prima edizione risale al 1935 e che fu editato dalla Bompiani, si intitola “Chi vive sulle stelle?”.



 Leggendolo oggi potrebbe far sorridere, ma alcune citazioni sono straordinariamente collegate ad alcuni temi tanto cari all’Ufologia, ossia quello di una progredita civiltà marziana. Tra le poche notizie trovate, che riguardano i contenuti di questo libro, vi proponiamo alcuni stralci che riguardano la nostra Luna, Venere ed infine Marte.


Luna


La Luna è un astro senz’aria e senz’acqua, un mondo irrigidito da gran tempo nel sonno della morte: tale è la sentenza che la scienza odierna pronunzia sulla fedele compagna della Terra. Ma noi non possiamo accettare del tutto questa sentenza, poiché non mancano indizi capaci di gettare il dubbio sulla sua esattezza. Già la testimonianza della Terra, quei microbi che per il loro processo vitale non hanno bisogno né dell’acqua né dell’aria, parlano contro la concezione che il mondo lunare, quand’anche sia totalmente privo d’acqua e di aria, debba mancare di ogni organismo vivente. Senza alcun dubbio, la Luna (su ciò gli astronomi sono concordi, tranne qualche scarsa eccezione) è figlia della Terra. Quando il nostro globo era ancora liquido e incandescente, e viveva la sua prima giovinezza, dal cui corpo si staccò una massa e fu scagliata nello spazio. Quella massa, più tardi, prese forma di una sfera e fu la Luna. Il giovane satellite, costretto dalla legge di gravità a girare attorno alla Terra, in tempi remotissimi possedeva aria ed acqua, come la Terra…”.


Venere



Papp descrive il pianeta Venere come una immensa foresta rigogliosa con piante che si innalzano sino a 50 metri dal suolo, con un fogliame così fitto che non lascia passare la luce del Sole ed un clima torrido dove si abbassano improvvisi cicloni e fulmini di potenza incalcolabile. Proprio questa vegetazione lussureggiante , svilupperebbe un’enorme quantità di vapore acqueo, che contribuisce (secondo Papp) a nascondere il pianeta sotto un perenne strato di nubi. Ma non finisce qui. Papp propone anche la teoria, certa per l’epoca, che ci fosse anche vita animale in quel mondo, molto simile alla vita preistorica delle ere geologiche terrestri. Si troverebbero salamandre gigantesche, aventi tre occhi e con una testa molto grossa, più grossa di quella di un coccodrillo; scorpioni pelosi di un metro di lunghezza; bizzari pesci senza cuore e testa; squali di 20 metri di lunghezza che cacciano, nelle acque marine, pesci e molluschi; frutti di mare grandi come mucche ed enormi meduse e pesci luminosi con occhi telescopici.


Marte


“…batterie di macchine colossali stanno presso i campi di ghiaccio dei poli, centri di forza motorizzata, a fronte delle cui enormi dimensioni i più colossali stabilimenti industriali d’America sembrano essere nani. Esse, ancora alla distanza di 4.000 chilometri dai poli, là dove occorre irrigare piantagioni di particolare estensione, possono riempire dell’acqua fusa dei campi di ghiaccio perfino canali doppi, tracciati l’uno accanto all’altro…”.”…le macchie circolari tra un canale e l’altro sono le grandi città dei Marziani. In quelle città, migliaia di alti edifici ergono le loro torri al cielo: anche i più bassi di questi eguagliano i grattacieli americani. Lassù, la forza di gravità è quasi tre volte minore che nelle bassure del nostro mondo; i Marziani possono quindi edificare con maggiore facilità di noi Terrestri simili gigantesche costruzioni. La ferrea necessità di dare dimora a molti milioni di abitanti nei pochi punti d’intersezione della rete dei canali senza rubare spazio alle piantagioni prosperanti in quei pochi luoghi ricchi d’acqua, forzò i Marziani a fabbricare le loro città non nel senso della larghezza ma dell’altezza”. Sempre secondo Papp, i Marziani avrebbero vinto il freddo con l’ausilio dell’energia elettrica, e sterminato tutti gli animali per non dividere con loro le scarse risorse.


Questi sono alcuni stralci di questo libro, trovati nella Rete. Molte affermazioni sembrano ridicole, ma alcune fanno pensare. Stiamo cercando di avere questo tomo tra le mani e, se lo avremo, vi aggiorneremo ulteriormente.



fonte: Centro Ufologico Taranto


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