Interessante giustificherebbe a questo punto la mia teoria sulla rappresentazione verticale...
--------------------
I Maya dello Yucatàn, nella rappresentazione degli intervalli di tempo tra le date del loro calendario, usavano una notazione posizionale, con venti come base primaria e cinque come base ausiliaria. Avevano un simbolo per ogni cifra da 0 a 19: le unità venivano rappresentate con dei punti e le cinquine con delle aste, disposte in modo orizzontale o verticale come mostra la tabella. I maya dell'America centrale usavano lo zero centinaia di anni prima che fosse in uso in India. Quando gli europei arrivarono in America, essi trovarono che l'abaco era in uso sia in Messico che in Perù.
Veniva usato un ordinamento posizionale verticale, dove le unità di tempo maggiori venivano poste al di sopra di quelle minori, così la notazione indicava 12(20) + 6.
Poiché tale sistema doveva servire principalmente a contare i giorni in un calendario avente 365 giorni in un anno, la terza posizione di solito non rappresentava multipli di 20·20, come avrebbe richiesto un sistema vigesimale, ma 18·20. Tuttavia, al di là di questa posizione tornava a prevalere la base venti.
Accanto a questi simboli, i maya erano soliti inserire dei simboli a forma di testa(che poi è un'altro tipo di rappresentazione dei numeri...)
fonte:web.unife.it
link<---
--------------------
Considerate che ho ipotizzato che vi fossero numeri verticali e orizzontali proprio per i due punti che si trovano rispettivamente sulle prime piume.
[Modificato da +maranatha+ 13/07/2009 00:09]