Ricercatori inglesi studiano il cervello partendo dai «Fab Four» (Beatles)
Strano il modo in cui si sviluppano i ricordi: la memoria li filtra, poi li «rimaneggia» e infine ce li restituisce, lavorandoli in continuazione. Talvolta addirittura vengono sepolti e poi improvvisamente riemergono, grazie a un odore, una musica, un'atmosfera.
Quando la memoria li blinda significa che non erano stati archiviati in un modo corretto, in tutti i casi partire dagli stimoli, come la musica, che riescono a liberare i ricordi sta aiutando gli studiosi di psicologia cognitiva a capire meglio questo misterioso processo e anche a curare molte patologie.
IL SITO - «Pensate alle più celebri melodie dei Fab Four e poi raccontateci i ricordi che vi evocano. Ci aiuterete a capire meglio come funzionano i meccanismi della memoria»: questo è il messaggio del sito Magical Memory Tour, costruito dai ricercatori dell'Università di Leeds e dalla British Association for Advancement of Science, che ha già collezionato un archivio di tremila ricordi e testimonianze musicali, ovvero vissuti che riemergono proprio grazie a una melodia che improvvisamente li libera e li fa scaturire, strappandoli dal terreno dell'oblio.
MUSICA E MEMORIA - Secondo Catriona Morrison e Martin Conway, i due ricercatori che guidano lo studio (che sarà presentato in occasione del British Association Science Festival), il fatto che la musica giochi un ruolo cruciale nell'evocare i ricordi non è una novità, ma in questa occasione si tratta per la prima volta di raccogliere una testimonianza empirica di questa verità indiscutibile, avvalendosi delle canzoni di una delle band che viene ritenuta una delle più adatte a risvegliare la memoria.
Del resto come amava ripetere Cesare Musatti, padre della psicanalisi e grande studioso di questo tema, la memoria è un processo attivo, mai passivo, e consiste in una continua rielaborazione dei ricordi.
ESPERIENZE – «Yesterday mi fa pensare a un'estate lontana, in Egitto, un piccolo bar e quelle note…», «A me fa venire in mente la mia bambina. Era così bella, ora è morta.
Quelle note mi ricordano i tempi in cui tutto sembrava così meraviglioso», «A me evoca l'immagine della mia nonna. Le piaceva quella canzone, diceva che era così dolce…»: tantissimi i racconti liberati dagli splendidi pezzi della band di Liverpool, per la maggior parte positivi e in tutti i casi molto forti.
Si tratta delle esperienze di persone provenienti da 69 nazioni differenti, uomini e donne, dai 17 agli 87 anni di età. Una valigia di ricordi che aiuteranno gli esperti di psicologia cognitiva nei loro studi, considerato il fatto che la longevità del terzo millennio renderà gli studi sui meccanismi del ricordo sempre più importanti.
Secondo le stime entro il 2010 una persona su cinque avrà più di sessant'anni e questo comporterà, come effetto collaterale, un aumento vertiginoso delle patologie degenerative della memoria, come la demenza e l'Alzheimer.
Corriere della sera.it
[Modificato da (richard) 08/09/2008 19:20]