Sperimentata negli Usa, interrompe l’attacco ai primissimi sintomi grazie a un impulso magnetico
Il dispositivo contro l'emicrania
La macchinetta anti-emicrania supera le prove ed è pronta per «correre» nella pratica clinica. Più leggera e manovrabile, rispetto ai primi e troppo ingombranti prototipi, adesso si può usare anche a casa. Come funziona?
Attraverso la creazione di un intensissimo campo magnetico della durata di un millisecondo che interrompe l’attacco sul nascere. I risultati dell’ultimo studio sono stati presentati a Boston al congresso annuale dell’American Headache Society e dimostrano come il nuovo dispositivo sia efficace e sicuro.
«I risultati sono promettenti – commenta Yusef Mohammad che ha condotto la ricerca all’Ohio State’s Medical Center di Columbus – tenendo conto del fatto che soltanto il 50 - 60 per cento dei pazienti con emicrania rispondono ai farmaci classici».
L’AURA - Lo stimolatore magnetico transcranico (questo è il nome tecnico, in sigla TMS) interferisce con quella fase che preannuncia l’attacco e che si chiama aura: chi ne soffre spesso dice di vedere una pioggia di stelle cadenti, una serie di linee zigzaganti e di luci intermittenti, a volte lamenta una perdita della vista, altre volte debolezza, confusione, seguiti da dolori lancinanti al capo.
«La stimolazione magnetica è sicura – continua Mohammad – mentre quasi tutti i farmaci anti-emicrania presentano effetti collaterali e i pazienti finiscono per dipendere da queste sostanze o sviluppano un mal di testa cronico per abuso di prodotti da banco antidolorifici. Questo trattamento potrebbe in futuro essere sperimentato anche in casi di emicrania senza aura».
La sperimentazione con lo stimolatore elettrico transcranico ha coinvolto 164 persone: di queste il 39 per cento stava già bene due ore dopo il trattamento, mentre i pazienti che venivano trattati con falsi impulsi migliorano soltanto nel 22 per cento dei casi.
NEURONI ECCITATI - L’impulso magnetico (che viene prodotto dal passaggio di un’intensa corrente elettrica attraverso una spirale di metallo), una volta indirizzato alla testa, provoca un cambiamento dello stato elettrico dei neuroni e interrompe così l’attacco.
Questa terapia si basa infatti su una nuova teoria che fa risalire i dolori emicranici a una ipereccitabilità dei neuroni. La spiegazione tradizionale attribuisce la malattia a un fattore vascolare: l’attacco parte in seguito a una vasocostrizione cioè a un restringimento dei vasi sanguigni che determina l’aura, e successivamente compare il dolore, scatenato invece da una vasodilatazione.
Corriere della sera