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05/05/2008 13:54 | |
Perfetti agenti bio-geochimici, che spesso dominano i biota nei suoli contaminati, sono i candidati ideali per i processi di bioremediation
I funghi potrebbero avere un importante ruolo nelle decontaminazione delle aree in cui è stato disperso uranio impoverito. Lo afferma un articolo pubblicato sulll'ultimo numero di Current Biology, che illustra uno studio condotto da ricercatori diretti da Geoffrey Gadd dell'Università di Dundee, in Scozia.
I ricercatori hanno infatti scoperto che i funghi possono "bloccare" l'uranio impoverito in una forma minerale che difficilmente può trovare la strada per penetrare nelle piante, negli animali e nelle falde acquifere.
"Il lavoro fornisce un'ulteriore esempio delle incredibili capacità dei microrganismi di effettuare trasformazioni sui metalli e sui minerali presenti nell'ambiente", ha detto Gadd. "Dato che i funghi sono dei perfetti agenti bio-geochimici, che spesso dominano i biota nei suoli contaminati, e che hanno un ruolo di primo piano nella colonizzazione e nella sopravvivenza delle piante attraverso la loro associazione con le radici, un approccio basato su di essi dovrebbe essere preso attentamente in considerazione quando si vuole recuperare suoli contaminati."
All'inizio l'uranio metallico viene coperto da uno strato di ossidi, mentre l'umidità dell'ambiente "corrode" l'uranio impoverito favorendo la colonizzazione da parte dei funghi. Nel corso della loro crescita i funghi producono sostanze acide che corrodono ulteriormente il metallo. Alcune di tali sostanze, inoltre, sono acidi organici che convertono l'uranio in una forma che i funghi possono assorbire, facendolo poi interagire con altri composti. Alla fine l'interazione dell'uranio solubile con alcuni fosfati porta alla formazione di un nuovo minerale di uranio che viene depositato attorno alla biomassa del fungo.
da : Le scienze
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