Un nuovo orologio biologico, scoperto da un dentista americano, contribuisce a svelare perchè, ad esempio, nella vita dei ratti il tempo scorre più "velocemente" rispetto a quello degli esseri umani. Questo speciale orologio, infatti, in realtà segna una sorta di ritmo biologico interno - diverso da mammifero a mammifero - che controlla molte funzioni dell’organismo. Come il classico orologio biologico legato al ritmo circadiano (sonno-veglia), quello appena scoperto da Timothy Bromage, docente al New York University College of Dentistry, ha origine nell’ipotalamo: una regione del cervello che funziona da centrale di controllo del sistema nervoso. Ma a differenza del ritmo circadiano, il ritmo di questo nuovo orologio cambia da un organismo all’altro, operando su intervalli di tempo più brevi nei piccoli mammiferi, e più lunghi in quelli più grandi.
Per esempio, i ratti hanno un intervallo di un giorno, gli scimpanzè di sei, l’uomo di otto. Bromage, che insegna biologia craniofacciale all’ateneo Usa, ha scoperto questo speciale ritmo interno osservando l’aumentare delle linee sulla superficie dei denti, qualcosa di molto simile ai cerchi che ogni anno si formano sul tronco di un albero, permettendo di individuarne l’età. Il ricercatore ha osservato una traccia analoga esaminando il ritmo di incremento del tessuto osseo dello scheletro, come ha spiegato riferendo i risultati del suo studio al 37.mo Annual Meeting dell’American Association for Dental Reserach in corso a Dallas (Texas).
Bromage ha assicurato che «lo stesso ritmo biologico che controlla l’incremento di denti e ossa, influisce anche sulla dimensione del corpo e su molti processi metabolici, incluso il ritmo dei battiti cardiaci e la frequenza della respirazione». Di fatto, questo orologio «influisce sulla vita generale di un organismo e sulla sua longevità. Così - ha spiegato lo studioso - un ratto vedrà crescere denti e ossa in un ottavo del tempo necessario per un uomo, vivrà più in fretta e morirà più giovane».
La cosa curiosa è che, fra gli uomini, questo ritmo chiave può variare molto: da un minimo di cinque giorni a un massimo di dieci. Non a caso, nota Bromage, l’uomo presenta la maggior variabilità di taglia corporea fra i mammiferi. Ulteriori ricerche, assicura, determineranno se esiste un legame tra ritmo più lenti e disordini della crescita. O se, in qualche modo, alterazioni di questo speciale orologio influiscano anche sul comportamento.
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