Scritto da: SoleMaledettoX 26/01/2007 11.58
Non sono d'accordo. Ribadisco che il Codice, che è un ottimo libro e che si legge benissimo, con fluidità, resta un romanzo. Il contesto è storiografico ma finisce li. E' vero che molte tesi sono descritte come autentiche e ci sono riferimenti espliciti per esempio all' Opus Dei o al Priorato di Sion che possono far credere ai poco informati che sia tutto vero ma questa è la bravura di Brawn. Non ci sono tesi giuste o sbagliate c'è la tesi del romanzo, che essendo inventata è giusta a priori. Poi ognuno può leggerlo con il piglio che vuole, ma il libro è solo l'ennesima opera su questo tema. Ha dato tanto fastidio perchè ha avuto successo, ce ne sono di molto peggio, ne ho letto di Testi che hanno tesi molto più assurde e meno comprovate. Dobbiamo finirla di parlarne come se fosse un'inchiesta giornalistica, è un R O M A N Z O.
Hai ragione ma solo in parte.
Sul fatto che sia un romanzo non ci piove. Sul fatto che certi di avere un piglio storiagrafico pure. Sul fatto che sia scritto bene dissento visto che ci sono molti errori di ambientazione e questo in un romanzo degno di nota è inaccettabile. Comunque de gustibus, non è questo il problema.
Ha smesso di essere un romanzo il giorno in cui il signor Brown in una intervista TV ha parlato non come uno scrittore ma come uno storico esperto. Là, in quel preciso istante, la sua scelta è stata quella di smettere i panni dello scrittore e prendere quello dello storico assumendosene tutte le reponsabilità.
Se a questa presa di posizione (a mio avviso più trovata pubblicitaria che altro) non fosse seguito, come invece è seguito, un dibattito mondiale con gente che prendeva per fondate le sue teorie e con gente che ha cominciato a credere alle sue panzane, la Chiesa certamente avrebbe fatto spallucce e via.
Ma di fronte a quello che è avvenuto non poteva e NON DOVEVA stare zitta visto che oltre a proteggere se stessa la Chiesa ha il compito di proteggere i fedeli e ciò in cui credono. Proteggere, badate bene, che non significa negare delle verità, ma opporsi a delle fandonie.
In fin dei conti se dall'altro lato bastano due vignette per scatenare l'isteria colletiva e tutti ci si getti a profondere scuse e a biasimare i vignettisti, penso si possa avere quel filo di coerenza per accettare la reazione composta, ordinata e fondata che la Chiesa ha avuto.
Ah, per chi se lo stara sicuramente chiedendo: no, non sono cattolica e nemmeno credente.