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Gustavo Adolfo Rol

Ultimo Aggiornamento: 17/11/2011 00:08
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17/11/2011 00:08

Estrapolo questo articolo da "Raccolta di studi su Gustavo Rol" dove ci sono le visioni critiche dei più grandi ricercatori nel campo della Parapsicologia.

Probabilmente i nomi saranno ignoti ai più giovani, dico solo che se l'Ufologia avesse avuto ricercatori seri come questi non saremmo rimasti arenati a oltre 60 fa.

L'opinione dei parapsicologi

I sostenitori di Rol hanno sempre giustificato il suo rifiuto di sottoporsi a controlli scientifici; ci fu addirittura chi negò l’evidenza, definendo “presunto” il suo rifiuto. Scrive Giorgio Di Simone:

Sarebbe fare un torto allo stesso Rol, non far conoscere al lettore quale sia, ad esempio, la verità sul suo presunto rifiuto di non farsi sperimentare dagli scienziati. Perché NON È VERO che Gustavo Rol rifiutasse questo. Ciò che lui rifiutava, nell’ambito della sua più che legittima libertà personale, era un controllo affidato anche ai prestigiatori ed agli illusionisti, fossero o non accompagnati da scienziati dotati di buone credenziali.

E’ doveroso contraddire immediatamente l’affermazione di Di Simone: Rol ha apertamente rifiutato anche i controlli proposti da un’équipe di parapsicologi non accompagnati da prestigiatori. Mentre hanno destato grande scalpore sull’opinione pubblica l’indagine di Piero Angela e i successivi inviti da parte di Jemolo e Granone, sono rimasti pressoché sconosciuti al grande pubblico gli inviti che, dagli anni Sessanta in avanti, Piero Cassoli, Massimo Inardi ed altri parapsicologi gli rivolsero più e più volte, senza mai ottenere alcuna collaborazione. A differenza di quello che si potrebbe credere, non è un capriccio né un’esclusiva degli scienziati critici nei confronti del paranormale pretendere controlli eccezionali per affermazioni eccezionali. Risale al 1966 un primo accenno a possibili indagini da parte di Nicola Riccardi, che sulla pubblicazione Metapsichica scriveva:

Si potrebbe sperare in una modesta illuminazione se si riuscisse a indurre Rol ad una amichevole indagine psicologica e psicanalitica sulle tappe della sua strutturazione mentale con costruzione del suo mondo magico piuttosto originale. […] Un prudente cominciamento richiede che il campo della sperimentazione e della ricerca sia definito dentro la zona dei fenomeni abituali di Rol, cioè nel settore degli effetti fisici non causati da azioni fisiche note. Alla disciplina che ne risulta andrebbe bene il nome di psicofisica. […] L’importante è che l’inquadramento suo avvenga nella famiglia delle scienze fisiche, a causa dei controlli strumentali su ogni elemento delle esperienze e delle successive elaborazioni teoriche che potrebbero contenere vivaci verifiche relativistiche ripetibili senza scomodare il cosmo.
Riccardi non fa accenno a prestigiatori, ma insiste sulla “ripetibilità” dei fenomeni. Nonostante i tentativi di proporre indagini più accurate sui fenomeni di Rol, nei quattro anni successivi, nessun parapsicologo poté mettere in atto alcun controllo.

Durante la trentesima e trentunesima riunione dell’Associazione Italiana Scientifica di Metapsichica, dedicate ad una conferenza dibattito su Gustavo Rol, tenute a Milano il 16 novembre 1969 e il 1° febbraio 1970, Riccardi confermò l’impossibilità di “controllarlo” in modo severo:

Non c’è stoffa di ricercatore psichico, per quanto freddo e altero, che non esca sbalestrato da queste prove: ma i pochi che vi sono arrivati sono stati trattati come comuni visitatori, e quindi non hanno potuto svolgere il minimo tentativo di applicare alle manifestazioni i controlli dittatoriali consentiti dai medium professionali e in trance.
Nella stessa occasione vennero avanzate altre proposte di indagine, senza alcun accenno a prestigiatori. Secondo Giorgio Alberti,

con una registrazione cinematografica tutto il decorso [degli esperimenti] può essere esplorato tranquillamente in seguito e molti importanti particolari di colori, di vibrazioni, di nuvolette e di trasvolamenti possono essere documentati e fissati durevolmente. Le descrizioni verbali che abbiamo sentito sono molto importanti, ma non fanno altro che invogliare a un’osservazione più attenta dei fenomeni. Quanto poi all’impiego di elettrocardiografi, encefalografi, ecc., a parte le difficoltà tecniche che potrebbero essere superabili, mi sembra che Rol sia decisamente contrario a prestarsi alla condizione di cavia, mentre la realizzazione di film sarebbe molto meno imbarazzante per lui.

Mengoli confermava la disponibilità di un laboratorio tedesco ad effettuare indagini del genere:

A proposito di quanto vien detto da Alberti voglio ricordare che c’è un laboratorio germanico proprio studiato per queste categorie di fenomeni paranormali fisici. […] Si trova a Ravensburg, diretto dal prof. Schiebeler ed ha in programma un ciclo di esperimenti in collaborazione con il professor Locher (dello Scweitzer Vereinigugn für Parapsychologie). […] Potrebbe darsi che il primo approccio scientifico sia proprio questo, e chissà che non costituisca uno sprone per qualcuno dei nostri, quando avrà avuto notizia di risultati positivi, ed accetti di sottoporsi a indagini che, nel caso di Ravensburg, non possono certamente turbare il tranquillo decorso dei fenomeni.

Il tono che Riccardi usò durante quel dibattito era perentorio:

Perché io chiedo strumenti? E perché Alberti chiede cinematografie? Proprio contro questa difficoltà della trasparenza. Perché solo il giorno in cui, invece di un irremovibile signore torinese, si troveranno sul nostro cammino dei signori […] che si prestino a qualunque controllo, combinando assieme altissime efficienze e accettazione delle rilevazioni, potremo tirare delle conclusioni.
L’intervento di Massimo Inardi e Piero Cassoli, rispettivamente presidente e vicepresidente del Centro Studi Parapsicologici di Bologna, fu altrettanto severo. Nel corso del suo intervento, Massimo Inardi affermò che:

Il caso Rol non è stato ancora mai controllato ed osservato con metodologia scientifica da alcuna “persona qualificata” (e con persona qualificata si vuole intendere studiosi di parapsicologia distintisi per loro seri lavori o indagini sul campo, o competenti di illusionismo che si siano avvicinati a Rol con l’intendimento di smascherare eventuali “trucchi” nel senso più lato del termine). Egli ha rilevato con vivo dispiacere che anche l’osservazione da lui compiuta insieme al dott. Cassoli non ha potuto effettuarsi come il metodo scientifico avrebbe richiesto, sia per ragioni di luogo, e soprattutto per l’atteggiamento francamente e persistentemente negativo del “soggetto” nei riguardi della sperimentazione.

Il parapsicologo giunge ad esprimersi:

In termini francamente dubitativi circa le “facoltà” e le possibilità del soggetto stesso, negando ogni valore ai contributi che sul caso sono stati finora portati, contributi che sarebbero, a suo dire, non solo non probanti, ma addirittura negativi per poter inserire Rol nel novero dei soggetti paranormali dotati.

Piero Cassoli non si discosta da questa posizione critica nei confronti delle condizioni in cui si sono sempre svolti gli esperimenti di Rol:

Dopo aver sostenuto che tutta la fenomenologia prodotta da Rol era del tipo non espressamente richiesto o comunque non controllato, e soprattutto dopo aver espresso il suo estremo riserbo nel giudicare la sperimentazione descritta come provocata e controllata, riserbo che è dettato dalla sua precedente esperienza nel campo, e dalle implicazioni di ordine conoscitivo cui si arriverebbe se si ammettesse come sufficientemente provati i fatti descritti, Cassoli ha fatto presente che, per poter veramente “veder chiaro” dal punto di vista scientifico su Rol, sarebbe necessaria una metodologia che potesse tener conto di tutti i mezzi per escludere trucchi, o manifestazioni di illusionismo, da parte del soggetto.
E dire che queste lamentele provengono da due dei più celebri esponenti della parapsicologia italiana, che non possono essere certo accusati di pregiudizi nei confronti dei fenomeni paranormali!

Al termine della loro relazione, i due oratori

hanno dichiarato di essere del parere che si debba, come prima cosa, accertare i fatti e poi descriverli, discuterli e teorizzare su di essi, per evitare errori madornali squalificanti per chiunque scrive o lavora in parapsicologia, e citano la frase di Laplace secondo cui “più grande è l’assunto, maggiori debbono essere le garanzie e le prove”
Un punto fondamentale sottolineato da Inardi e Cassoli è il fatto che prima di ricercare una possibile spiegazione di un fenomeno occorre comunque stabilire l’esistenza del fenomeno stesso. E’ tipico della scienza accertare prima i fatti e solo successivamente cercare di fornirne un’interpretazione.

Per i fenomeni paranormali, invece, le cose stanno in modo molto diverso: la loro esistenza è ben lungi dall’essere stata dimostrata e, prima di tentare qualsiasi tipo di spiegazione, bisognerebbe accertarne l’esistenza al di là di ogni legittimo dubbio.

Sarebbe scorretto negare a priori che i fenomeni paranormali possano in linea teorica esistere, ma è importante sottolineare che il compito di presentare prove concrete spetta a chi giura sull’esistenza di tali fenomeni. Quelle stesse prove che Rol si è sempre rifiutato di fornire.


Fonte:

www.gustavorol.net/rol.php?id=11

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Compito della scienza non è aprire una porta all'infinito sapere, ma porre una barriera all'infinita ignoranza.
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